martedì 27 aprile 2010

Il Sicario

È tutto pronto per oggi; sono totalmente consapevole di quello che sto facendo.
Scendo, l’appuntamento è vicino la mia vecchia scuola, c’è anche il mattatoio che coincidenza. Un posto ideale per commissionare un omicidio.
Fa freddo, qui tira sempre un vento gelido e non riesco a vedere un cazzo tanta è la polvere che mi finisce negli occhi. Polvere, infinite particelle di corpi, la polvere delle carogne che sono marcite qui.
Lacrimo forte, lui arriva mi guarda e mi fa: < cominciamo bene, che ci hai ripensato? Fissandomi, mi squadra da capo a piedi e mi rifila la solita frase: < non pensavo fossi così giovane>. .
Insomma finalmente tagliamo corto con sta storia e cominciamo a parlare sul serio. , niente, la cosa è così gli faccio io, devi essere preciso e non la devi fa soffrì a sta persona hai capito, io ti dico solo dove la puoi trovare ma mi piacerebbe che c'avessi un posto in alto, tipo cecchino, hai presente Nikita ?
< Aò a me, me sembra che te sei vista troppi film bimba. Ma ce lo sai che questa è la vita vera, anzi, la morte>.
Lo guardo, impassibile e penso che niente deve trasparire dal mio sguardo, certa gente è come i giocatori di poker: da un minimo movimento delle ciglia hanno capito già se c’hai le corna o se non ti sei lavato.
Prendo le banconote e le conto: Sono 500 euro la prima metà ora e il resto li avrai a fatto compiuto, siamo d’accordo?,
rimane in silenzio per un po’ e mi dice: Si tanto andò scappi che te ritrovo, fa lui.
Me ne torno a casa riflettendo su tutto e ripetendo a memoria le cose che ancora devo risolvere prima della fine.
Il tempo riflette perfettamente i miei pensieri neri e mi sembra che tutti sappiano quello che ho fatto.
Arrivo a casa e trovo Bea, sta per accendere un bong non chiedo di meglio, rilassarmi e pensare ad altro.
< Hey dove sei stata oggi ? ho provato a chiamarti ma niente, perché hai il telefono se poi non lo usi ?
la guardo ma non la sento vedo le sue labbra muoversi ma il mio cervello sono chiusa in una stanza insonorizzata.
Un suono forte e inconfondibile mi riporta sulla terra il fottuto citofono.
Chicazzè?, la kikka che pazza lei.
Lei si che se la vive bene, di qualche anno più grande di me ma già ha girato mezzo mondo, in giro sempre come sarebbe piaciuto a me.
Finalmente una faccia amica ci voleva proprio, le passo il bong mentre si accomoda accanto a me e comincia.....

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